Credo solo negli essere umani, nei libri e nell’utopia.
Giacomo, esule istriano proprietario della «Libreria del narratore errante», muore il 10 novembre 1989, all’indomani della caduta del muro di Berlino. I tre figli – Lorenzo, giovane scrittore di gialli di successo, Giorgio, scapestrato giocatore d’azzardo, e Rachele, casalinga e mamma di Ludovica, adolescente avviata alla carriera di modella – si ritrovano nella casa dove hanno vissuto da bambini. È la ‘casa del faro’, protesa verso il mare Adriatico come una nave sul punto di salpare.
Lì i tre fratelli devono affrontare un altro fatto tragico: un uomo è precipitato dalla terrazza del faro; a essere accusata della sua morte è Nora. La donna, protagonista misteriosa e silenziosa delle vicende del romanzo, è stata assunta vent’anni prima come governante e si è presa cura dei ragazzi e del padre dopo la fuga della madre Angelica, dispensando loro un dono di cui i giovani tarderanno a rendersi conto: un affetto tanto disinteressato quanto attento, che sembra incarnarsi nella sua voce, una ‘Via Lattea sonora’ e morbida come una carezza.
La storia di Nora, ricostruita per la prima volta da Lorenzo, lo scrittore, intrecciata a un continuo susseguirsi di fatti storici realmente accaduti e di antiche leggende, è il filo conduttore del romanzo, un sentiero accidentato e faticoso ma che porterà ognuno dei personaggi a ritrovare la propria identità e affettività.
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