«L’arte di abitare la terra è un prezioso baedeker per avvicinarsi allo studio delle architetture antiche (spesso preistoriche), non poche volte indecifrabili agli stessi occhi degli studiosi ». Andrea di Consoli – “Il Riformista”
‘Abitare’ è una di quelle parole così cariche di significato che possono inchiodarci a pensare. Il quesito su cosa sia o in cosa consista un ‘abitare’ corrispondente alle esigenze umane, e su quali presupposti si basi, rimane a tutt’oggi apertissimo. L’autore si occupa da lungo tempo di costruzioni storiche e della loro salvaguardia. In collaborazione con un team di ricercatori ha affrontato l’universo sconosciuto delle costruzioni in terra cruda o scavate nella roccia, percorrendo parte del Nord Africa e del Vicino Oriente e imbattendosi in culture raffinate e oggetti preziosi. Il libro è la testimonianza inaspettata di questa esperienza di ricerca sul campo e di vita, è il racconto dei viaggi e delle scoperte di luoghi e dimore dimenticati, oggi peraltro fortemente in pericolo. Da Chefchaouen agli insediamenti delle valli del Drâa e del Dadès in Marocco, da Djenné in Mali alla cittadella di Shali nel deserto egiziano, dai villaggi a cupola nella regione di Aleppo in Siria all’antica moschea di Hâji Piyâda in Afghanistan, alle architetture ipogee di Lalibela in Etiopia. Infine, l’incontro destabilizzante con le immagini, in parte inedite, lasciate negli altopiani del Tassili da una straordinaria, e poetica, popolazione neolitica.
Una sorta di viaggio tra culture e modi di realizzare lo ‘stare al mondo’ distanti e diversi da quelli vissuti quotidianamente e coltivati dal nostro immaginario; ma non per questo meno liberi, anzi capaci, forse, di scuotere dalle fondamenta il nostro comune ‘sentire’.