L’Europa emerge distrutta dalla seconda guerra mondiale. Il suo ruolo nel mondo ha subìto un drastico ridimensionamento, ha perso il monopolio pressoché assoluto che aveva detenuto per secoli nella produzione di nuova conoscenza scientifica e di innovazione tecnologica, perché non ha saputo gestire quella modernità che aveva contribuito a creare.
Ma dopo il conflitto, malgrado la ‘cortina di ferro’ che la divide, l’Europa riparte con rinnovata vitalità, seguendo un percorso di unificazione di cui la scienza è, ancora una volta, il collante culturale. Non a caso la prima istituzione comune che gli europei creano è il Cern, il grande laboratorio di fisica delle particelle di Ginevra.
Per tutto il secondo Novecento lo sviluppo economico nella parte occidentale del continente si accompagna a una notevole espansione dei diritti civili e a una rinnovata eccellenza scientifica.
La nuova globalizzazione trova, tuttavia, impreparata l’Europa. L’Unione Europea, in particolare, non riesce a tenere il passo del Nord America e dell’Asia orientale nella ricerca e nell’innovazione. Il welfare, che aveva caratterizzato il periodo precedente, di conseguenza ristagna. L’Unione si sente una ‘fortezza assediata’ ed eleva barriere. Nascono nuovi movimenti nazionalistici che mettono in discussione i capisaldi della democrazia. Le analogie con la prima parte del XX secolo sono molte. Riuscirà l’Europa a evitare gli errori del passato?
Greco Pietro
La scienza e l’Europa. Dal secondo dopoguerra a oggi
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La scienza è libertà, è soprattutto la possibilità di liberarci dei nostri pregiudizi.
(Giovanni Amelino-Camelia)
ISBN: 9788864434841
Categoria: Le gerle
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