In questi scritti Gramsci è insieme il grande intellettuale, il padre e il bambino. E così ce lo raccontano i disegni di Francesco Del Casino, qualcosa di simile a Mowgli de Il libro della giungla, con qualche tratto di Huckleberry Finn o di altri grandi monelli della letteratura. Ma anche un uomo capace di amare, con la sua forza narrativa e la sua capacità di immaginare e costruire relazioni a distanza, anche quando erano impossibili.
Pietro Clemente
Ispirate dalle lettere di Antonio Gramsci, le eleganti illustrazioni di Francesco Del Casino regalano immagine e colore alla straordinaria vita del rivoluzionario sardo. E mostrano, in un affresco unitario, la sua personalità eccezionale, i suoi interessi molteplici, l’ingegno poliedrico e spregiudicato che emergono dalla corrispondenza. Le favole, i racconti, i ricordi, le caricature bizzarre e le folgoranti istantanee, che balenano improvvise nei testi scelti per questo volume, sono tratti da alcune delle centinaia di lettere di Gramsci, in massima parte inviate a donne: la madre Giuseppina Marcias e la sorella Teresina, le sorelle russe Schucht, Giulia ed Eugenia, e dal 1925 Tatiana, che vive in Italia; e infine ai due figli, Delio e Giuliano, ai quali scrive sempre individualmente. L’attitudine narrativa di Gramsci, unita a un moderno interesse per il disegno, si accende nell’atmosfera postrivoluzionaria del soggiorno russo, come attesta la singolare cartolina postale a schizzi e versetti autografi dell’ottobre 1922, che segna l’inizio di questa vicenda epistolare. Sotto la scrittura gramsciana, libera espressione di una mobile e ricchissima realtà umana, si avverte sempre il nesso con le immagini e la concretezza del rapporto con gli esseri umani e la loro storia.