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La collana “Le gerle”, come le ceste di vimini da cui prendono il nome, trasporta preziose storie di uomini e di idee, attraverso emisferi geografici e culturali diversi e lontani, del passato e del presente. Storia, politica, arte, filosofia, letteratura: i volumi de “Le gerle” indagano la realtà con sguardo attento alla ricerca scientifica e alla scrittura, ponendo in evidenza aspetti inesplorati del pensiero contemporaneo, ripensandone in modo critico alcuni, sottolineando i limiti di altri, denunciando i contenuti, spesso violenti, di ideologie che hanno dato fondamento alle idee dominanti del Novecento. Gli autori de “Le gerle” sono studiosi, giornalisti, insegnanti e docenti universitari, economisti, storici, letterati che con le loro opere propongono la novità di una visione alternativa possibile del mondo che ci circonda e delle idee che l’hanno determinato.

La storia del nome “Le gerle”
Dal Cinquecento, ogni primavera, i venditori ambulanti dell’Alta Lunigiana caricavano in spalla le gerle e si mettevano in cammino verso il Nord. Le singolari ceste di vimini, a forma di tronco di cono rovesciato, erano colme di almanacchi, lunari, fondi di magazzino acquistati a buon prezzo, spesso libri popolari. Nascosti nel fondo, c’erano anche quei libri ‘proibiti’ che ebbero un ruolo fondamentale nella storia italiana, fino al Risorgimento. I venditori itineranti presto acquistarono un carretto e un ciuco, poi una bancarella, alcuni perfino un negozio: furono i primi librai che di generazione in generazione si tramandarono il mestiere.